Dal 21 al 31 marzo, le nostre volontarie Cristina, Daisy e Luciana hanno preso parte al progetto “Home away from Home”, un training course pensato per fornire a 24 giovani attivisti e youth workers strumenti utili alla costruzione di comunità locali più inclusive, in particolare modo nell’ambito delle migrazioni forzate.
Il training course, organizzato dall’Associazione Agora Aveiro e guidato con cura e attenzione da Nataša e Jasna, è stato strutturato per favorire il coinvolgimento di ogni partecipante. Fin dal primo giorno, infatti, sono stati assegnati ruoli quotidiani – dai reporter agli energizer – per promuovere un senso di responsabilità condivisa, cura reciproca e spirito di gruppo.
Attraverso metodologie di educazione non formale, i partecipanti hanno esplorato approcci creativi e pratiche di sensibilizzazione, sperimentando direttamente l’impatto dell’impegno collettivo.
Le attività proposte, le relazioni nate e lo scambio di idee, hanno dato vita ad alcuni progetti creativi: il gruppo si è diviso in tre laboratori “human library”, “teatro degli oppressi” e “guerriglia marketing”, ciascuno con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale attraverso linguaggi alternativi.
La human library ha offerto uno spazio di ascolto attivo e di dialogo: tra i 5 «libri umani» vi era anche la nostra volontaria Luciana, che ha condiviso la propria storia migratoria dal Perù.
Il gruppo del “guerriglia marketing” ha curato la promozione dell’evento human library, scegliendo un approccio visivo e provocatorio, attraverso una performance incentrata sulla “morte dei valori umani” e installando nella piazza principale di Aveiro alcuni specchi con messaggi contro gli stereotipi.


“E’ stata un’esperienza che ricorderò per sempre: ho appreso moltissime risorse che userò nel mio futuro lavorativo. L’ambiente che si è creato era veramente bellissimo, di condivisione, aperto al dialogo, empatico e sensibile. E’ stata anche un’opportunità per conoscere le esperienze delle persone di altri paesi che lavorano e si interfacciano quotidianamente in questo settore. Un momento particolarmente toccante per me è stato partecipare all’attività della libreria umana, nel ruolo di “libro”: ho condiviso la mia storia di migrazione e ho ascoltato quelle degli altri, in un vero scambio di emozioni, vissuti e punti di vista. Ho avuto l’onore di condividere questa esperienza con gli altri “libri umani”, provenienti dall’Iran, dall’India, dalla Grecia e dagli Stati Uniti. È stata un’occasione che mi ha profondamente arricchita, come persona e come cittadina attiva.”
Luciana
Daisy e Cristina invece, hanno preso parte al laboratorio “teatro degli oppressi” in cui attraverso tecniche teatrali, si è creato uno spazio intenso di condivisione e vulnerabilità, volto a creare empatia tra i partecipanti.
Prendendo ispirazione dal documentario «Shadow game», il gruppo ha realizzato una rappresentazione sulla traversata della rotta balcanica da parte di minori migranti, creando un momento di riflessione critica e profonda tra attori e spettatori.
“La più grande emozione che ho provato è stata una piacevole sorpresa. Essendo il mio primo progetto Erasmus, davvero non sapevo cosa aspettarmi. Tutto ciò che provavo era un crescente entusiasmo per essere stata scelta e un po’ di trepidazione per quello che sarebbe potuto succedere. Mi chiedevo spesso: “Come mi presenterò? Sarò abbastanza?” Sono davvero felice di aver trovato un ambiente accogliente. Sia gli organizzatori che le persone coinvolte nel progetto hanno creato uno spazio in cui non ho avuto paura di esprimermi e di condividere le mie opinioni. E per ogni cosa che ho lasciato uscire, ho scoperto che mi è tornata indietro ricca, sentita. Il culmine di tutto ciò è stato il Teatro degli oppressi a cui ho partecipato: che strumento potente per veicolare le lotte della migrazione, riuscendo a coinvolgere sia il pubblico che gli attori! Mi sono trovata trasformata, non solo ideando, ma anche condividendo. Sono felice della versione di me che è emersa dal progetto e sono entusiasta di quello che farà in futuro!”
Daisy
“È stata la prima volta che ho preso parte a un progetto Erasmus+, e nonostante le aspettative iniziali nei confronti del progetto, riconosco che è stata per me un’occasione di grande crescita personale. Non è stato semplice, ma la gentilezza e l’apertura delle persone incontrate mi hanno permesso di prendere coraggio. Credo che per me, il progetto «Home away from home» sia stato proprio questo: relazionarsi con l’altro, costruire ponti, sfidarsi e uscire dalla comfort zone per implementare il nostro attivismo. Ho avuto l’occasione di entrare in contatto con storie personali e parlare di situazioni politiche attuali con normalità, sentire le esperienze dirette di chi vive determinate vicende politiche in corso e rendermi conto che spesso vengono rappresentate diversamente dalle testate giornalistiche nazionali. Inoltre, considerando che nell’opinione pubblica italiana le problematiche politiche segnano il tempo di un reel su Instagram, vedere i miei coetanei preoccupati per le manifestazioni nei loro rispettivi paesi di provenienza ha trasmesso in me una luce di speranza e di lotta. È stato particolarmente significativo per me far parte del laboratorio «Teatro degli Oppressi»: ho recitato per molti anni, ma non lo avevo mai sperimentato in una chiave attivista. Sarà sicuramente uno strumento che inserirò tra le mie attività future.”
Cristina
Inoltre, durante i dieci giorni, si sono susseguite attività, momenti di scambio, incontri con realtà locali attive nel campo dell’inclusività e della sostenibilità come CAIS 1515, Orbis, Mo Na Mon e Casa Vera Cruz.
Per le nostre volontarie questo progetto è stato un’opportunità straordinaria non solo per apprendere nuovi strumenti utili a migliorare il modo con cui portare cambiamento nelle nostre comunità, ma anche per condividere esperienze e accogliere quelle degli altri. Hanno avuto l’opportunità di confrontarsi e connettersi con tanti giovani europei che condividono gli stessi valori, soprattutto in tempi come questi, in cui i governi alzano muri anziché costruire ponti.

