Elena

Elena, psicologa sociale, ha svolto un tirocinio presso la nostra associazione. Qui racconta il suo primo incontro con i ragazzi che ha seguito e supportato nella ricerca lavoro e non solo, un’esperienza difficile da dimenticare:

Li guardo e penso: hanno la mia stessa età.

Varcano la soglia uno dopo l’altro, mentre prendono tutto il loro coraggio a due mani e dissimulano agitazione. A. si fa avanti per primo e ripassa mentalmente i passaggi che abbiamo più volte visto insieme. Cappello: tolto. Giacca: appesa. Mani: aperte. In Nigeria le mani chiuse a pugno mostrano sicurezza di sé, ma in Italia non è così. Se penso alle sue mani, le ricordo chiuse intorno a una matita, le dita tremanti, mentre pochi mesi prima scriveva le sue prime parole in italiano.

Dietro di lui aspetta S. Lo scorso inverno S. ha voluto studiare per diventare addetto alla sicurezza: ogni sera, gelo o pioggia, inforcava la bicicletta per andare a studiare a 6 km da casa. Passavamo insieme fino a 4 ore a parlare di Daspo, senza pause. Finivo per crollare prima di lui, e allora mi preparava del riso e del the, e continuavamo a concentrarci sulle differenze tra “doloso” e “colposo”. K. ha fatto strada per arrivare qui, all’agenzia: era il solo a conoscere Google Maps. Il suo orgoglio lo ha portato alla guida della squadra, e l’arrivo è stato un trionfo: finalmente, un tragitto diverso da quello casa-scuola. Padova è una grande città, ancora di più per chi fino a un anno prima chiedeva in inglese: “Come si pronuncia il nome di questo posto?”.

Li guardo e penso: non scorderò mai il primo colloquio di lavoro. Né il mio, né il loro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *