Affacci sul mondo

Come cambia la nostra prospettiva sulla migrazione forzata quando la ascoltiamo raccontare da qualcuno che, questa esperienza, l’ha vissuta sulla propria pelle? Da oltre vent’anni Popoli Insieme porta il progetto “Finestre. Storie di rifugiati”, ideato dal Centro Astalli, nelle scuole del territorio. Grazie ad “Affacci sul mondo. Percorsi di educazione civica” l’Associazione padovana ha l’opportunità di condividere questa esperienza con il Centro Astalli Trento e il Centro Astalli Vicenza, portando avanti una progettualità comune in territori diversi, eppure simili sotto molti aspetti.

Dopo due anni di pandemia e didattica a distanza, la curiosità e il desiderio di approfondire tematiche come la migrazione forzata, l’accoglienza e l’inclusione da parte di insegnanti e in particolare studenti e studentesse, sono molto cresciuti.  Il progetto “Affacci sul mondo. Percorsi di educazione civica”, promosso dall’Associazione Popoli Insieme con il coinvolgimento di due partner sui territori di Trento (Centro Astalli Trento) e Vicenza (Centro Astalli Vicenza) grazie al sostegno dell’Unione Italiana Buddhisti, nasce proprio per rispondere a questa curiosità attraverso un’esperienza educativa basata sull’ascolto e sull’incontro.

L’obiettivo del progetto è accrescere le competenze chiave di cittadinanza attraverso la conoscenza e la comprensione dell’altro, creando opportunità educative diverse e soprattutto un ponte tra la scuola e ciò che accade sul territorio. Le tre organizzazioni, a partire da ottobre 2022, stanno portando nelle scuole nuovi approcci laboratoriali e possibilità di approfondimento su temi legati all’educazione civica come l’accoglienza e l’inclusione. Il cuore dei laboratori, però, risiede nell’ascolto e nella rielaborazione della testimonianza di una persona rifugiata: un affaccio sul mondo. 

Ciò che emerge dal lavoro quotidiano a contatto con studenti e studentesse è che ascoltare i numeri e le definizioni dei fenomeni migratori, ma soprattutto le storie delle persone rifugiate che vengono in classe a raccontarsi, è fondamentale per riuscire a comprendere meglio il mondo intorno a loro. Si trovano a mettere in dubbio stereotipi e sperimentano in prima persona che cosa significa mettersi in ascolto, interagire con chi viene da lontano, cominciando a praticare l’accoglienza a partire dalla loro classe.

Un aspetto importante del progetto “Affacci sul mondo” è l’attenzione dedicata alla formazione e al confronto tra operatori e volontari delle tre organizzazioni. A novembre, si è tenuta la prima formazione collettiva a Vicenza che ha permesso a operatori e volontari dei diversi territori di confrontarsi sulle esperienze passate, porsi degli obiettivi e proporre soluzioni, tracciando una strada comune. Questo vale anche per la valutazione dell’impatto del progetto, che chiamerà in causa studenti e studentesse, ma anche insegnanti e volontari che, nel corso di questo anno scolastico, avranno avuto modo di partecipare ai laboratori didattici.

S., ti manca la tua famiglia? Qual era il tuo sogno quando eri un ragazzo della nostra età? Cos’hai pensato quando hai visto per la prima volta la neve?”: queste sono solo alcune delle domande che, ragazzi e ragazze, pongono alle persone rifugiate che in classe ripercorrono e condividono la loro storia. E sono proprio le domande più semplici che riescono ad aprire finestre e a superare stereotipi e pregiudizi, costruendo ponti e possibilità di incontro con l’altro.

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