Il 12 aprile è stato presentato il Rapporto annuale del Centro Astalli, in un’edizione rinnovata per celebrare i 40 anni di attività del Centro. Come ogni anno, il rapporto offre una fotografia aggiornata sulle condizioni delle persone richiedenti asilo e rifugiate che, nel 2021, si sono rivolte al Centro Astalli e hanno usufruito dei servizi di prima e seconda accoglienza nelle sue diversi sedi territoriali, tra queste anche Popoli Insieme a Padova.
Il Centro Astalli è la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, e da 40 anni si occupa di accogliere, servire e difendere i diritti dei rifugiati. I servizi di prima e seconda accoglienza sono presenti nelle diverse sedi di Roma, Bologna, Catania, Grumo Nevano, Palermo, Trento, Vicenza e Padova, dove opera Popoli Insieme.
Il Rapporto annuale, oltre a riassumere e presentare le attività di tutte le sedi territoriali Astalli, è uno strumento per capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo, quali sono le difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di inclusione. Attraverso testimonianze e approfondimenti, il Rapporto evidenzia e lascia emergere i nodi sulle migrazioni forzate in Italia: vulnerabilità, cura e inclusione sociale.
L’edizione di quest’anno racconta un anno, il 2021, che avrebbe dovuto essere per tutte e tutti un anno di rinascita dopo la pandemia con una nuova visione del mondo che avesse al centro la cura della casa comune e l’impegno per il futuro delle nuove generazioni. Purtroppo però, il coronavirus ha continuato a influenzare le nostre vite e ha pesato in modo sostanziale sulla vita di richiedenti asilo e rifugiati. A questo si sono aggiunti i continui respingimento di persone in fuga da guerre e violenza alle frontiere con l’Europa, come nel caso della Turchia, della rotta balcanica e in Bielorussia. Un’altra frattura è stata rappresentata dalla crisi afghana che, dimenticata troppo presto, continuerà ad avere gravi conseguenze su chi è stato costretto a fuggire dal Paese e su chi invece è rimasto.
In Italia nei primi tre mesi del 2022 sono stati accolti 72mila profughi in fuga dalla guerra in Ucraina, più delle persone arrivate via mare in tutto il 2021 (67mila secondo il Ministero dell’interno). Questo dimostra che è possibile accogliere e che l’accoglienza dovrebbe riguardare tutte e tutti i rifugiati, indipendentemente dalla nazionalità o provenienza.
Nel rapporto, inoltre, è riportato anche l’impegno quotidiano di tanti volontari e operatori nel far riconoscere diritti e dignità a chiunque arrivi in Italia in fuga da guerre e persecuzioni. Solo a Popoli Insieme, sono più di 70 le volontarie e i volontari che scelgono di camminare a fianco dei rifugiati e costruire insieme a loro percorsi di inclusione sul territorio.
Scarica il rapporto completo qui (Il paragrafo dedicato a Popoli Insieme si trova a pagina 122!)