Costruire comunità creative con MigrArt

Fare arte insieme è un modo per sentirsi comunità, superando le barriere linguistiche e culturali, ma anche quelle imposte dal distanziamento sociale e dalla crisi pandemica. Fare arte insieme è un modo per esprimersi e mettersi in ascolto dell’altro, della sua storia e del suo punto di vista. Fare arte insieme significa incontrarsi!

Dal 28 ottobre al 2 novembre i rappresentanti delle associazioni giovanili partner del progetto europeo MigrArt (Popoli Insieme, Domna, Eceepa, Embaixada da Juventude, IAAD e Red Incola) si sono incontrati a Valladolid, in Spagna, per vivere insieme un’esperienza di scambio, incontro e formazione.

I primi due giorni sono stati dedicati al confronto tra le associazioni che si sono fatte promotrici del progetto sui loro rispettivi territori, in Italia, Belgio, Portogallo, Spagna e Turchia. C’è stata l’opportunità di vedersi finalmente di persona, oltre lo schermo di un PC e raccogliere le buone pratiche collezionate nelle attività di comunità con il gruppo interculturale di giovani.

Ma che cos’è MigrArt? E quale obiettivo si pone? Il progetto europeo mette al centro il ruolo dei giovani, con speciale attenzione a migranti e rifugiati, per favorire opportunità di scambio e incontro attraverso l’espressione artistica, in particolare l’arte sociale e la street art e secondo il metodo della Riabilitazione su Base Comunitaria. Dopo due anni di pandemia, a soffrire di più del distanziamento sociale imposto sono stati soprattutto i giovani, e ancora di più quei giovani che non dispongono di una rete sociale e familiare nel nuovo territorio che abitano.

Una volta al mese, nelle città di riferimento, un gruppo interculturale di ragazze e ragazzi locali, migranti e rifugiati si incontrano per vivere un’esperienza artistica ogni volta diversa: a Padova sono stati numerosi i laboratori artistici, di street art e di empowerment. Questo ha anche l’obiettivo di formare degli operatori giovanili (youth workers) che abbiano strumenti innovativi per relazionarsi alla nuova normalità e ai bisogni dei più giovani.

Proprio per questo nell’ambito della settimana in Spagna, tre giorni sono stati dedicati ad attività formative per gli operatori giovanili che hanno approfondito diverse tematiche a livello teorico e hanno fatto esperienza di buone pratiche da portare a casa e promuovere sul territorio. Uno dei concetti che più ha colpito i ragazzi e le ragazze è stato quello di “anti-fragilità”: opposto al concetto di “resilienza”, quello di “anti-fragilità” è un approccio che promuove l’ascolto e l’accettazione delle proprie fragilità, per capire da cosa sono causate e trovare così una possibile soluzione. L’anti-fragilità abbraccia l’imprevisto e prova a farne una forza.

Oltre alle formazioni di tipo teorico, gli youth workers hanno potuto sperimentarsi in attività pratiche e laboratori artistici, imparando tra le altre cose ad utilizzare i qr code e diverse tecniche di social art. Per concludere i giorni di scambio e formazione, ragazze e ragazzi si sono cimentanti nella creazione di un fantastico murales nella sede dell’associazione Red Incola che ci ha ospitati a Valladolid!

Su quella parete si sono mescolate storie, colori e prospettive a rappresentare una comunità davvero accogliente e creativa…oltre le distanze!

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