Si è conclusa la 17°edizione del nostro corso di formazione per volontari: distanti, ma vicini!

In quest’anno così particolare abbiamo deciso di proporre il nostro tradizionale “Corso di formazione per volontari nei servizi ai migranti e richiedenti asilo” in modalità online. Il corso, cominciato il 26 gennaio, ha riscosso un successo inaspettato riuscendo a coinvolgere persone da ogni parte d’Italia e d’Europa. La distanza fisica che la pandemia ci ha imposto ha rappresentato un ostacolo, ma  ha reso possibile la creazione di uno spazio virtuale che ha accolto partecipanti in collegamento da luoghi diversi. Ogni martedì sera, per due mesi, in più di 100 persone hanno seguito gli incontri di approfondimento e confronto sul tema delle migrazioni e dell’accoglienza. Ogni serata ha voluto offrire nuovi strumenti e prospettive per approcciarsi in modo più consapevole al volontariato a fianco di persone migranti e rifugiate.

Fin dal primo incontro è stata chiara la necessità di cambiare la narrazione sulle migrazioni e sulle persone che ne hanno fatto esperienza. Troppo spesso, infatti, a raccontare le migrazioni forzate non sono le persone direttamente coinvolte: c’è il rischio che questi temi vengano incasellati in strutture già scritte mentre si tratta di storie che, invece, sono ancora tutte da scrivere.

Il titolo della conferenza di apertura recitava “Dar voce alle migrazioni. Mettersi in ascolto dei protagonisti” e proprio i protagonisti hanno preso la parola: un rifugiato togolese, arrivato in Italia nel 2004 e Angela Tognolini, che per cinque anni ha lavorato come operatrice legale al Centro Astalli di Trento.  Il secondo incontro ha posto il focus sul Sistema europeo di asilo, grazie al relatore Alessandro Simonato e sul salvataggio in mare, con Lucia Gennari che ci ha riportato l’esperienza diretta della ONG Mediterranea Saving Humans.

Silvia Maraone, collegata dalla Bosnia, ha animato la terza serata raccontandoci la sua esperienza come cooperante sulla rotta balcanica e denunciando una situazione sempre più degradante, dal punto di vista dei diritti e della dignità, per le persone che tentano di arrivare in Europa. Il quarto incontro ha visto protagonista l’avvocato Giovanni Barbariol, che ci ha fornito gli strumenti tecnici per comprendere il labirinto di norme e l’iter per fare richiesta di protezione internazionale in Italia.

La serata film, invece, ha spostato il focus su una rotta migratoria interna ai confini italiani: il confine italofrancese, in val di Susa. Dopo aver visionato il film documentario “The milky way”, i corsisti e le corsiste hanno potuto discuterne assieme al regista Luigi d’Alife. L’antropologo Dany Carnassale, ci ha aiutato a guardare le migrazioni da un’altra prospettiva: quella dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Come relazionarsi a persone che, oltre ad una storia di migrazione, portano con sé anche questo tipo di esperienza?

All’interno del nostro corso, si è parlato anche del fenomeno della tratta di esseri umani e di come riconoscerlo assieme a Barbara Maculan, presidente della cooperativa Equality. Ospite dell’ottavo incontro è stato il sociologo Marco Omizzolo, sotto scorta da tre anni per le sue ricerche e le sue denunce contro i caporali e a favore dei diritti dei braccianti nell’Agro Pontino in Lazio. Ha vissuto e lavorato assieme a loro, vivendo sulla propria pelle cosa significa essere “sotto padrone”.

Nel penultimo incontro abbiamo affrontato il tema del dialogo interreligioso, in particolar modo quello con l’Islam.  Attraverso un confronto Maria Bombardieri, ricercatrice e a Kamel Layachi, imam e membro dell’Ucoii, abbiamo approfondito gli aspetti culturali e religiosi dell’Islam in Italia.  Il compito di concludere il nostro percorso è spettato a Elisa Bottignolo, che ci ha parlato dei processi comunicativi interculturali e della necessità di rivoluzionare il modo in cui ci poniamo e in cui raccontiamo: il linguaggio dà forma alla realtà.

Non ci resta che ringraziare i relatori e le relatrici per aver reso, anche quest’anno, il corso così ricco di stimoli e spunti. Grazie ai 130 corsisti e corsiste che, in collegamento da ogni angolo dello Stivale, sono stati i veri protagonisti di questo percorso.  Proprio le parole di una di loro racchiudono il senso di queste settimane di formazione:

“In questi mesi, così difficili ed altalenanti, l’appuntamento del martedì si è rivelato essere una stella polare ed un porto sicuro in cui trovare stimoli, informazioni esposte e gestite con intelligenza, acutezza e senso critico”

Non vediamo l’ora di rivedervi il prossimo anno, speriamo finalmente in presenza!

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